50 Sfumature di Università: La Storia Di Anastasia In Tempo d’Esame
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E se fossero 50 sfumature di università?
Anastasia Acciaio è la classica studentessa universitaria ansia e sapone. Vive fra una sessione e l’altra, sperando di arrivare alla laurea il prima possibile, magari con tutti i neuroni a posto. È ordinata e precisa. Ama quel che studia ed ha un’esagerata dipendenza da evidenziatori con colori sgargianti. Ma sa di essere incompleta.
Forse cerca l’amore, forse le mancano ancora troppi CFU, forse vuole solo una pizza.
Anastasia studia Economia e Gestione di qualcosa. Mo non mi ricordo. Comunque si è laureata nella ridente New Foggia City e ha deciso di continuare con la specialistica alla Albicocca di Milano.
Da qui già possiamo notare il suo velato masochismo che dà vita alle 50 sfumature d’università.
Il giorno dell’esame è arrivato. Scienze Microeconomiche dei Kebab, completi di cipolla e piccante, 12 CFU. Un ostacolo insormontabile per molti, soprattutto per via del professor Cristiano Grigio, tanto esperto nella cottura della piadina quanto crudele. Spaventerebbe anche Vladimir Putin, sennonché quest’ultimo ha la fortuna di avere un cognome che inizia con la P, fa l’esame con un altro professore, e quindi se ne fotte.
Anastasia, come in ogni sessione, è nel panico più totale.
Sta aspettando da mezzora l’arrivo del docente che è in ritardo.
Ordinaria amministrazione.
Passano i minuti. Niente, lui non accenna ad arrivare.
Lo stress è ormai insopportabile. Anastasia decide di ingannare il tempo facendo un salto alle macchinette del caffè. Inserisce i suoi ultimi 40 centesimi, carichi di povertà da fuori sede, nella piccola fessura. Prende un caffè lungo.Sente il calore salirle dalle narici.
Il suo sguardo è perso nel vuoto, vuole solo superare quel maledetto esame e scomparire alla velocità di MySpace.
“Anastasia… Anastasia… ma che fai qui? Perché non sei a fare l’orale??”
Genoveffa, la fedele amica di Anastasia, rigorosamente fuori corso da soli 6 anni, è lì, davanti al corridoio che conduce alla segreteria didattica. La fissa.
Poi all’improvviso, arriva la tremenda rivelazione.
“Mannaggia a Gianni Sperti, Genovè! Ho sbagliato edificio. L’esame non era nell U3451€32, era nel U1231d3k?&%3.”
È un attimo sbagliare. È un attimo cacarsi sotto.
E così inizia la corsa sfrenata di Anastasia che Usain Bolt levati proprio.
Schiva studenti, parcheggiatori abusivi, zaini e aiuole.
Finalmente arriva nella classe giusta ma il prof ha già fatto il suo nome.
Improvvisamente il suo cuore si distrugge in mille pezzi. Un po’ come Snapchat dopo aver scoperto le storie su Instagram e Facebook.
Anastasia aspetta, l’aria è pesante come in un maxiprocesso per mafia. Poi prende coraggio e si avvicina timidamente al prof:
“Mi scusi professor Grigio, ho commesso uno sbaglio facendo confusione con le aule. Vorrei fare l’esame, la prego, mi faccia recuperare, non voglio finire a vendere coccobello sulle spiagge quest’estate. Voglio laurearmi. LA PREGO!”.
Il professor Grigio inizia scrutarla minuziosamente da capo a piedi, con i tuoi occhiali hipster molto Enjoy_Resilienza_Gianluca_Vacchi.png.
“Signorina nonsoiltuonomeemenefottepoco. Le darò la possibilità di recuperare, sono un Dio clemente. Si presenti nel mio ufficio questa sera alle 23:00. Puntuale come la seconda rata universitaria.”
Una richiesta abbastanza insolita.
Ora, Anastasia ha due possibilità: presentarsi in ufficio o contattare il Gabibbo e denunciare il professore per avance inappropriate.
Ma visto che vuole laurearsi, e che comunque il prof le ricorda vagamente un Andrea Damante dopo un leggero frontale, decide di accettare.
Così arriva la sera tarda, in giro c’è solo gente che beve birra scadente e mangia falafel. Anastasia è davanti alla porta dell’ufficio dell’illustre docente.
Bussa alla porta.
“Chi è?”
“Sono Anastasia Acciaio!”
La porta si apre.
“Sei del sushi a domicilio?”
“No, veramente devo fare l’esame.”
“Ah si, giusto, accomodati pure su quella sedia in pelle di assistente.”
Anastasia si siede. Il cuore le batte a 1000.
Il professore apre un libro sui kebab e inizia a farle domande difficilissime. Anastasia risponde quasi a tutto. Sbaglia solo un quesito su una nota microscopica, a piè pagina, scritta con inchiostro simpatico.
“Va bene Margherita, posso darle 23.”
“Accetto professore. E comunque mi chiamo Anastasia.”
“Sì quel che è. E comunque lei meriterebbe di più, non vorrei rovinarle la media. Perché non continuiamo l’esame in separata sede?”
“Professore rifiuto l’offerta e vado avanti.”
“È sicura?”
Anastasia inizia a temporeggiare. Un voto alto le farebbe comodo per la borsa di studio, considerando anche che la sua media è più bassa di Elijah Wood.
“Va bene prof, ma cosa devo fare?”
“Venga con me. Ma prima devo bendarla”
Il professore la conduce in un corridoio, poi giù per delle scale. Anastasia inizia a pensare che a giorni la sua tragica storia potrebbe finire da Barbara D’Urso.
Forse sarebbe stato meglio accettare il 23.
“Siamo arrivati.”
“Professore… ho solo un paio di domande…”
“Le domande le faccio io.”
“Ma posso capire…”
“I miei gusti sono molto particolari. Non capiresti”Louboutin
“Illuminami allora”
Silenzio.
Poi il rumore dei passi del professore alle spalle di Anastasia. Sempre più vicini, sempre più forti. Sembra indossi un paio di Louboutin tacco 16.
“Ora faremo qualcosa di proibito, doloroso e particolare”
“Mi frusterà?”
“Non esattamente.”
Anastasia sente distintamente il professore estrarre qualcosa di molto pesante da una sorta di borsa.
“Ti reciterò tutto il mio libro sul diritto Privato, per tutta la notte. Articolo per articolo.”
Solo in quell’istante Anastasia capisce cosa sia davvero il dolore.
Forse sarebbe stato meglio andare ospiti dalla D’Urso.