7 tecniche di memorizzazione per lo studio
Studiare velocemente. Questo mito. Quanti di noi perdono davvero tanto, troppo tempo dietro a pagine e pagine? A volte ho il terrore di trasformarmi in un albero, a forza di studiare sui libri (una bellissima betulla, per la cronaca). O in uno schermo, se studio slide dal computer. Non ditemi che non è mai successo anche a voi! Impiegare molto tempo per memorizzare concetti, date e formule varie non solo scoraggia lo Studente in Crisi, ma spesso mette in crisi anche la sua concentrazione (oltre che la sua vita intera).
Oggi voglio parlarvi di alcune semplici tecniche di memorizzazione, che potrebbero farvi salvare un po’ di tempo per poter giocare a God of War (o leggere, c’è anche chi si dedica a questa cosa strana).
Applicando queste tecniche di memorizzazione, il tempo verrà sicuramente ottimizzato, ma voi dovete metterci del vostro: non serve a nulla studiare senza concentrazione o impegno, meglio spremersi le meningi un’ora associando concetti che sprecare tre ore tra leggere Biologia, stare su Facebook e pensare che avreste dovuto fare Filosofia. Sembro Lisa Simpson, vero?
Veniamo a noi:
7 tecniche di memorizzazione per lo studio
- Memoria fotografica:
Non è vero che la memoria fotografica è un dono innato: può essere sviluppato. Associare i concetti alle immagini è davvero produttivo, specialmente per materie medico-scientifiche, le cui spiegazioni sono quasi sempre accompagnate da immagini o grafici di riferimento (parlo di biologia, fisica, anatomia, ecc.). sfruttate le immagini del libro o delle slide, osservatele e collegate i concetti chiave a quel grafico o fotografia.
- Mappe concettuali:
Uno schema, una serie di parole-chiave, insomma una rappresentazione grafica dell’argomento studiato e del processo logico che ci porta dall’inizio alla fine del capitolo. Questo aiuta ad avere una panoramica chiara degli argomenti principali e a costruire un discorso di senso compiuto. Tutti i campi di studio possono essere “attaccati” in questo modo, e testimonio personalmente che gli schemi mi hanno salvato la vita in parecchi esami. Potrà sembrarvi una perdita di tempo leggere e riscrivere su un foglio alcune cose, ma credetemi: nei giorni prima dell’esame questo metodo vi risparmierà la penosa (e lunga) rilettura delle trentindicimillemila pagine di antropologia che avrete così riassunto in venti comodi fogli.
- Associazioni fonetiche:
No, non si sta parlando di un club di linguisti anonimi, ma di veri e propri collegamenti tra parole. Questo metodo funziona bene per materie in cui ritroviamo termini astrusi e complicati (tipo METEMPSICOSI…tan tan taaan) che non hanno la benché minima intenzione di entrarci in testa. Si potrebbero trovare parole con assonanza simile, in modo da rendere automatico il ricordo del termine che di solito ci sfugge. Avete presente quando non ricordate una parola e dite: “aveva a che fare con tossico…no…con la p…parotossico!”
Uguale. Potrà sembrarvi una cavolata, ma la rima, l’assonanza con parole più semplici, o la scomposizione di una parola difficile in più semplici vi aiuterà moltissimo.
- Raccontarsi una storia:
Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana, un povero studente in crisi riceveva la laurea cum lode conseguendo 33 esami in una sola giornata, con votazione 37 ciascuno, senza fatica e senza studiare…no, la storia che dovete raccontarvi non è questa! Anche perché questo è più un mito che una storia. Questa tecnica di memorizzazione consiste nel creare un breve racconto, o filastrocca, in cui ai nomi dei protagonisti sostituite i nomi o concetti da memorizzare. Ovviamente la materia deve prestarsi ad un gioco simile, è una tecnica un po’ astrusa, ma sicuramente efficace anche nella memorizzazione a lungo termine.
Mi ricordo ancora la storia triste del matrimonio tra conto economico (lei) e stato patrimoniale (lui), che termina ogni anno a Capodanno, con il povero conto economico che muore lasciando le sue rimanenze (il “bebè”) allo stato patrimoniale…che si troverà una nuova fiamma per l’anno successivo. Lasciate stare, sono in crisi anche io.
- Ripetere ad alta voce:
Sembrerà una banalità, ma moltissimi studenti evitano di ripetere le cose studiate per paura di perdere tempo. La verità, come per gli schemi, è che ripetere ad alta voce permette di memorizzare più cose insieme, evitando di rivederle più volte nei giorni successivi, perdendo quindi tempo ed energie. Inoltre questo metodo contribuisce ad acquisire una maggiore sicurezza nell’esposizione e una migliore proprietà di linguaggio.
- Parole piolo o velcro:
Consiste nell’associare dei concetti che conosciamo bene, come i numeri da 1 a 20, con altri concetti nuovi che dobbiamo memorizzare. Questo metodo pare essere molto incisivo a livello di memorizzazione, perché somigliante alla lettura di una poesia in rima, o di una canzone. Ha un ritmo e delle assonanze, e quindi se ci si ricorda la prima parte il resto verrà da sé.
- Sigla:
Sempre dovendo memorizzare una serie di parole o punti, potrebbe essere utile associare le lettere iniziali in una sigla che abbia un senso per voi. In realtà questo è un metodo molto utilizzato anche in campo lavorativo, per esempio SWOT Analysis (Strengths, Weaknesses, Opportunities and Threats) sta per: comprendere Forze, Debolezze, Opportunità e Rischi ( che potrebbero essere memorizzati, per noi italiani, con FORD) di un prodotto o azienda. In realtà in inglese la parola swot significa anche grossomodo secchione. Ricordarsi l’acronimo SWOT, e da lì i vari punti, è molto più semplice. La stessa cosa capita in italiano.
Come sempre, brace yourselves e rimettetevi ad Odino. Buona fortuna, studenti in crisi!
Giulia Borzumati