Le 5 fasi di studio della filosofia del diritto
- MARIANGELA FRANCINI
- 8 Novembre 2016
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Filosofia del diritto, anche nota come “ma cosa si è fumato l’autore?”, vince con discreta facilità la palma di materia più sottovalutata del primo anno di giurisprudenza: mentre altre materie come privato fanno paura già solo per la mole dei manuali, filosofia del diritto si nasconde in libercoli relativamente sottili e all’apparenza innocenti: appena li aprirete, entrerete nella tana del bianconiglio, in cinque comode rate.
Indice dei contenuti
Le 5 fasi di studio della filosofia del diritto
#1: “Ok, questo è facile.”
Le primissime pagine dei libercoli affrontano concetti che appaiono pescati dalla facoltà di Buon Senso Avanzato: libertà, uguaglianza e giustizia, loro necessità per il vivere civile. Tutto tranquillo: esattamente come nei film horror prima che l’assassino inizi a fare strage.
#2 “Oh no, non di nuovo!”
Ebbene sì: quei simpaticoni di Kant, Nietzche e Hegel (possa bruciare all’inferno) torneranno a perseguitarvi a giurisprudenza. Se provenite da scuole in cui si studiava filosofia, e voi l’avete effettivamente studiata, basterà una scartavetrata alla memoria per superare lo scoglio: altrimenti preparatevi a una discesa agli inferi.
#3 “Ma questa parola esiste?”
Certi termini altamente tecnici del diritto rendono già la materia difficile: quelli di filosofia del diritto sembrano essere stati creati da un cieco pescando tesserine dello Scarabeo a caso. Ah, e alcune di esse sono un “tic linguistico” dei docenti: preparatevi a sentirle fino a non poterne più.
#4 “Non mi ricorderò mai tutta questa roba!”
La filosofia del diritto è come un iceberg: quel che è scritto è la punta, il resto è sottotesto. Il vero problema è che voi dovreste comprendere quel sottotesto (e già lì…), tradurlo nel linguaggio di cui al punto precedente e esporlo cercando di non sentirvi degli emeriti idioti. Giusto perché scriverlo sarebbe stato troppo complesso.
#5 “Al diavolo, mi faccio un [inserire bevanda a contenuto alcolico qui]”
Quando l’ esame è alle porte, non dormite da giorni e il vostro cervello è ormai metafisicamente in pappa, solo una cosa vi può salvare: una sana e moderata bevuta con i colleghi. Non solo per dimenticare: come ben insegna questa canzone dei Monty Pyton, anche per entrare in sintonia con la materia.