Le 9 principali distrazioni dello studente universitario
Noi studenti, e nello specifico ogni universitario, ci lamentiamo di tante cose: libri costosi, professori odiosi, lezioni ad orari improponibili, e la maggior parte delle volte abbiamo ragione. Tuttavia dobbiamo riconoscere che spesso ci dimostriamo dei veri masochisti: cediamo alle distrazioni, a tutto ciò che mina la concentrazione e la determinazione da studio, e a pochi giorni dall’ esame sembriamo Sirius Black imprigionato ad Azkaban. Ecco una lista dei nostri nemici più comuni e qualche consiglio per avere la meglio su di loro:
Le 9 principali distrazioni dello studente universitario
- Il messaggio su WhatsApp: abbiamo appena impugnato la matita per cominciare a sottolineare il libro, quando ad un certo punto arriva un messaggio. Tralasciando la sottolineatura a scatto, dovuta allo spavento per non aver disattivato il volume della suoneria, sbirciamo lo schermo e ci rendiamo conto che a scrivere è stata la persona che ci interessa… Nemmeno un monaco buddista resisterebbe alla tentazione di leggere il messaggio, così tocchiamo l’icona, facciamo attenzione a non perderci nemmeno una parola, e ovviamente ci impegniamo a trovare la risposta adatta, il che vuol dire che cinque/dieci minuti buoni trascorrono sicuramente, soprattutto se subito dopo aver inviato il messaggio compare la didascalia “X sta scrivendo…”. Che fare? Semplice: disattivare Internet, anche in attesa di un messaggio importante. Se si tratta di una cosa urgente, le persone scopriranno che gli smartphone ultratecnologici del XXI secolo consentono anche di effettuare chiamate.
- La notifica su Facebook: abbiamo pubblicato uno stato provocatorio e qualcuno lo ha commentato con toni accesi. Potrebbe iniziare un dibattito potenzialmente più lungo di una partita a scacchi, quindi conviene rimandare a quando avremo chiuso i libri, nel momento in cui ci sarà tutto il tempo per pensare ad una risposta adatta.
- La nuova puntata della serie tv che stiamo seguendo: ci avevano lasciato con un cliffhanger da paura e l’ attesa per il nuovo episodio è durata mesi; sono state fatte le più svariate ipotesi sulla sorte che sarebbe toccata al nostro personaggio preferito, congetture dalle quali ci siamo sempre tenuti alla larga per evitare spoiler. Ora che è finalmente arrivato il momento in cui si scopre cosa succede al nostro eroe, nessuno di noi riuscirebbe a concentrarsi sui libri. Come rimediare? Studiando in anticipo. In questo modo possiamo concederci quei venti/quaranta minuti liberi, in cui saziare la nostra sete di curiosità e gioire, piangere o insultare i registi a seconda dell’ esito della puntata.
- I rumori di sottofondo: studiare quando non c’ è silenzio rappresenta una lama a doppio taglio: impariamo a mantenere la concentrazione quando leggiamo sui mezzi pubblici, con la musica a palla proveniente dalle cuffie del tipo che abbiamo di fronte, e il nostro libro spalmato sul vetro dell’ autobus, per non dare fastidio alla vicina carica di buste della spesa; ma può capitare di non riuscire a studiare neppure una pagina perché la ragazza appena salita sul treno è impegnata in una lite furibonda al telefono, e il nostro cervello si rifiuta di farsi gli affari propri.
- I familiari: partendo dal presupposto che durante la sessione d’ esami la vita sociale di ciascun essere umano è ridotta ai minimi termini, ogni cosa che fanno gli altri appare interessantissima: la sorella che parla al telefono col fidanzato, il fratello che fa Skype con un amico in Erasmus, la mamma che insulta il concorrente che sbaglia la risposta a “L’ eredità”, e chi più ne ha più ne metta. I tappi alle orecchie possono essere un rimedio.
- L’ animale domestico: non importa quanti anni tu abbia e se il tuo animale domestico sia un criceto o un dobermann: quando entrerà nella tua stanza e i suoi occhioni ti supplicheranno di dargli un po’ d’ attenzioni, ti vedrai costretto ad abbandonare temporaneamente i libri, perché l’ ultima volta in cui gli hai detto “No Ciccio, adesso non posso” ti sei sentito la persona peggiore del mondo. Purtroppo non è stato ancora inventato un antidoto contro la tenerezza.
- Il profumo di qualcosa di sfizioso proveniente dalla cucina: siamo immersi in un libro complicato e noioso, quando ad un tratto veniamo distratti da una dolce fragranza che riempie la stanza. Guidati dall’ olfatto, andiamo in cucina a vedere di cosa si tratta, e il nostro sguardo si posa sul tavolo, dove ad attenderci c’ è una crostata appena sfornata. Una fetta ce la possiamo concedere, del resto il cibo ha il magnifico potere di ridurre il torpore da studio, ma l’ importante è non abbuffarsi, perché l’ abbiocco è sempre in agguato.
- Il vicino di casa assorto in un’ attività più interessante della nostra: generalmente non prestiamo grande attenzione al vicino di casa, ma quando siamo alle prese con un libro impossibile, persino il sig. Rossi che avvita i bulloni della mensola nuova sembra divertirsi più di noi.
- I dettagli irrilevanti di ciò che ci circonda: nei momenti in cui la noia da studio raggiunge l’ apice, ci sorprendiamo a riscoprire cose che abbiamo sempre avuto sotto gli occhi, ma che improvvisamente ci appaiono del tutto nuove: “Eppure non ricordavo che la tenda avesse le righe…”; “Ma quell’ albero in giardino c’ è sempre stato?”. Lo step successivo potrebbero essere le allucinazioni, quindi meglio fare una pausa e recuperare le energie. Per merenda è altamente sconsigliato il thè che bevono il Cappellaio Matto e i suoi amici.
E per voi quali sono le distrazioni più comuni?
Scritto da Serena Macrini