Il Palazzo della Memoria: il metodo di Sherlock Holmes!
- Giulia Borzumati
- 10 Febbraio 2018
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Avete mai sentito parlare di Sherlock Holmes?
Se dite di no, piango.
Se conoscete un minimo il personaggio (e lo so che passate ore e ore davanti alla serie TV…) saprete che il buon Sherlock è un mago della memoria, oltre che dell’intuito. In particolare, durante una delle sue indagini, Mr Holmes utilizza la tecnica del “Mind Place”, conosciuto come Palazzo Mentale o della Memoria. Si tratta di una tecnica di memorizzazione davvero efficace, utilizzata da molti e per molto tempo.
Persino Cicerone, grande oratore, studioso e avvocato, la usava.
Sento già chi è alle prese col latino dimenarsi.
Palazzo della Memoria
Partiamo con una semplice metafora: la memoria è come un computer.
Se salviamo i file buttandoli a caso sul desktop, nel giro di qualche settimana non sarà più fisicamente possibile scovare quello che ci serve tra le migliaia di informazioni sparse. Tuttavia, esistono le cartelle in cui salvare determinati file.
Con la tecnica del Palazzo della Memoria accade esattamente questo: suddividendo le informazioni per tipologia ed individuando dei luoghi fisici (la scrivania, il letto, il tavolo, ecc) in cui indirizzare mentalmente queste nozioni, recuperarle al momento del bisogno sarà più semplice.
E adesso mi rivolgo a te, A TE, che stai già perdendo la concentrazione. E dai, qualche minuto e abbiamo finito. Certo che sei impaziente!
>> Regola numero uno: organizza le informazioni come se fossero immagini.
Prova a tramutare un’informazione astratta in un’immagine strana, magari divertente. Insomma, qualcosa di memorabile! È un po’ come con i segnali stradali: un cartello con due omini, uno più alto dell’altro e con in mano una cartella, che si tengono per mano non urla “scuola”, ma l’immagine da sé richiama il concetto.
Dopodiché, dai un’ambientazione a questa immagine, ad esempio la tua scrivania, rimanendo sull’esempio del cartello stradale che indica la scuola. In questo modo saprai dove andare a cercare l’immagine e l’informazione che ti serve.
Un’alternativa è distribuire le immagini a seconda del genere: ad esempio i segnali relativi ai pedoni nel letto (dove le persone dormono), invece quelli relativi alle macchine sul pavimento.
A volte memorizzare una lista di norme o nomenclature non è facile. Per questo, ci si può aiutare anche con una storia. Ne abbiamo parlato in 7 tecniche di memorizzazione per lo studio. Tutte queste tecniche possono essere utilizzate nell’ambito del Palazzo della Memoria: devi trovare l’abbinamento che fa per te!
A me piace fare il solito esempio, che trovo calzante.
Il matrimonio tra conto economico (lei) e stato patrimoniale (lui).
Ogni anno, a Capodanno, il conto economico muore, lasciando le sue rimanenze (il “bebè”) allo stato patrimoniale…che si troverà una nuova fiamma per l’anno successivo. Afferrato il concetto? (non quello secondo cui morto un papa se ne fa un altro, eh).
Il luogo ideale dove archiviare questa storia è il letto, che può rimandare al matrimonio e al bebè (ma che ve lo dico a fare…), dove potrebbero essere incamerate anche le altre informazioni connesse all’argomento.
>> Regola numero due: ricorda che l’immagine è un mezzo per arrivare all’esame, non l’esame.
L’immagine che scegli non deve descrivere per intero l’informazione: non scervellarti se non ti sembra di trovare l’immagine perfetta per “Giudizio Abbreviato”, non esiste. L’immagine che ti serve per superare l’esame è quella che ti suggerisce il resto delle informazioni. È il punto di partenza, la chiave per aprire quel cassetto dove tenevi tutti gli articoli della Costituzione, tutti i nomi delle ossa della gamba, e così via.
Perciò non perdere troppo tempo nella creazione delle immagini, basta che esse siano semplici ed evocative.
>> Regola numero tre: la memoria non è tutto.
Una fase importantissima dello studio è la ripetizione (possibilmente ad alta voce) dei concetti. Parti dalle immagini, organizzale ed esponile. Ti renderai conto che tante immagini che avrai creato saranno inutili, perché alcune nozioni le ricorderai più facilmente di altre, senza bisogno di suggerimenti dal Palazzo della Memoria. È quindi solo dopo la ripetizione che dovrai rafforzare le immagini che sono davvero importanti per la tua memoria (e per il tuo esame!). In questo modo salverai tantissimo tempo sprecato a fare schemi su schemi.
>> Regola numero quattro: al professor non far sapere…
Mi raccomando, non raccontare la triste storia del conto economico perito tragicamente all’ultimo dell’anno al docente…a meno che non si tratti di un professore dalla vena ironica molto, moooolto sviluppata, non capirà. Nel momento della ripetizione, sta attento a quello che dici 😉
E se tutto va male, rimettiti ad Odino (no, non ho ancora perso la fede).
Buona fortuna, studenti in crisi!
PS: se non avete ancora visto Sherlock, SAPEVATELO.
Giulia Borzumati