Onde Gravitazionali: un chiarimento
- Il Superuovo
- 13 Febbraio 2016
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Salve a tutti! Oggi sono qui per annoiarvi perché giusto l’altro ieri sono state finalmente rilevate le onde gravitazionali. Per i fisici di tutto il mondo è stata un’emozione più forte di trovare Emily Ratajkowski nuda nel proprio letto. Una domanda che sento spesso porre è: cosa sono le onde gravitazionali?
Partiamo da quando tutto ebbe inizio.
Onde Gravitazionali: un chiarimento
Un giorno Einstein ha trovato più facile rivoluzionare la fisica classica che passare l’ultimo esame che gli mancasse con quel maledetto prof stronzo che tutti hanno in facoltà: così è nata la teoria della relatività. Questa fantastica teoria prevede che esista una velocità massima raggiungibile da tutti i corpi nell’universo: la velocità della luce. Oltre a questo ipotizzò che la materia e la luce fossero due facce della stessa medaglia, l’energia.
Quella famosa equazione, E = mc² , che tutti conoscono come Esame = memoria x culo al quadrato, è in realtà un modo elegante per dire che noi, la terra, le stelle e l’universo intero, siamo fatti della stessa entità: l’energia. All’inizio non gli vollero credere a causa del suo look da hippy capellone e poiché credevano impossibile che i segnali luminosi potessero viaggiare nel vuoto: credevano infatti molto più plausibile che viaggiassero in un fantomatico mezzo chiamato ”etere”, che nessuno può vedere, toccare, misurare…
Insomma, i fisici ne hanno sparate tante di cazzate nella storia.
La teoria della relatività tratta il tempo come la quarta dimensione, una dimensione che non riusciamo a percepire ma che si può mescolare alle 3 altre dimensioni spaziali in determinate condizioni. Dunque non si parla più di spazio e tempo separati, ma di spaziotempo.
Cos’è lo spaziotempo?
Immaginate di tendere una tovaglia e di mettere sopra essa tanti oggetti pesanti (un pianeta, una stella, vostra sorella grassa). La tovaglia si deformerà: ecco cosa accade nell’universo intorno a voi. La tovaglia è lo spaziotempo e la massa, o più in generale l’energia lo fanno deformare.
Inoltre, quando poserete un oggetto su questa tovaglia essa svilupperà delle increspature che si diffonderanno mentre si deforma. Pensate a quando lanciate un sassolino in un lago e cosa fa la superficie: lo spaziotempo fa lo stesso e quelle increspature sono proprio le onde gravitazionali.
Prima della gravità relativistica veniva utilizzata la gravità Newtoniana, quella la cui formuletta che impariamo alle superiori è:
Questa formula parla di MASSE, quella di Einstein invece parla di ENERGIE.
Quella che sembra a primo acchitto una formula complicata non vuole dire altro che la curvatura, la deformazione spaziotemporale (rappresentata da Rµν) è collegata tramite una formula all’energia (rappresentata da Tµν). La relatività propone dunque la gravità come causa della deformazione spaziotemporale causata dall’energia: un modo complicato per dire che se mettete al centro della famosa tovaglia una palla da bowling bella pesante, allora lasciando una biglia sulla tovaglia essa andrà verso la palla da bowling perché la tovaglia è deformata. Parlando di energia, allora anche le particelle a massa nulla, come il fotone, la particella che compone la luce, può curvare la sua traiettoria in un campo gravitazionale. In effetti, è proprio così.
Ma allora a cosa servono queste onde gravitazionali?
Vedete, i fisici sono persone strane: oltre a preferire delle onde su cui nemmeno si può fare surf ad una bella gnocca, hanno questo feticcio masochistico che si chiama ”cercare le prove sperimentali a delle assurde teorie che elaborano”. Vi assicuro che nella storia si è proposto di tutto, ma per fortuna Galileo Galilei ha insegnato che senza un esperimento tutte le teorie non servono a nulla.
Come provare la relatività, allora? Le onde gravitazionali: ci abbiamo messo 100 anni per farlo. Forse siamo stati un po’ lenti, ma a nostra discolpa posso dire che queste onde gravitazionali sono più sfuggenti di quella tipa che ti ha friendzonato giusto ieri. Si, lei. Quella che ti ama. Di bene.
Immaginate che un’onda gravitazionale come quella dell’esperimento che le ha rilevate ha una frequenza di circa 500 Hz ma arriva da una distanza di anni ed anni luce. Un peto stellare che arriva da così lontano dell’universo da rilevare sulla terra: facile, eh?
Le prossime ricerche, aperte dalla sensazionale rilevazione di ieri sono quelle di ricercare allora la particella mediatrice dell’interazione gravitazionale: il gravitone. Che ha massa nulla. Spin 2. E la mamma puttana, perché proprio non vuole farsi trovare.
Spero di aver chiarito qualche dubbio e di non essere stato troppo pesante!
Piermatteo Grieco dalla pagina Il Superuovo