Sette Consigli Utili per vincere la battaglia contro lo studio
Un’ antica leggenda narra che gli esami possano essere preparati studiando volta per volta, senza ridursi all’ultimo minuto e iniziare una corsa contro il tempo che vede lo studente, in netto svantaggio, costretto ad interrompere la propria serie tv preferita e ad abbandonare la sua sanità mentale, rispecchiandosi nel delirio allucinatorio di Jack Sparrow intrappolato ai Confini del mondo.
Come fare affinché questo scenario non si traduca in realtà?
Sicuramente pianificare lo studio può essere un’ ottima idea. Nello specifico, ecco sette consigli utili:
- Cercare di bilanciare il carico degli esami per ogni sessione: se non si è fuoricorso e ci si può concedere il lusso di evitare una maratona di esami, la cosa migliore da fare è distribuirli fra gennaio/febbraio e giugno/luglio in maniera equilibrata, così da studiare meglio e con meno fatica;
- Iniziare ad aprire i libri il prima possibile: studiare per tempo, senza ridursi all’ ultimo minuto, farà sì che quando si avvicinerà la sessione non ci ritroveremo con l’ acqua alla gola, l’ ansia e lo stress. Dov’ è il trucco? Beh, basta solo farsi coraggio e non lasciarsi spaventare da quel mattone che sembra fissarci con sguardo malefico. Aprirlo sarà già un primo passo e dimostrerà che non siamo alle prese con il Libro mostro dei mostri, pronto ad attaccare da un momento all’ altro.
- Fare una tabella di marcia: se per esempio si devono preparare tre esami durante una sessione, la settimana può essere divisa tenendo conto del loro grado di difficoltà: due giorni per la materia difficile, uno a testa per gli esami più semplici, e i restanti due dedicati solo ed esclusivamente al relax e alla vita sociale, che fanno parte dei diritti fondamentali del Codice degli Studenti e sono inalienabili. Rispettare la tabella di marcia, senza comportarsi da nazisti qualora il programma dovesse variare, farà in modo che nessuno, per superare indenne la sessione, avrà bisogno di rivolgere preghiere a qualsiasi divinità in ascolto in tutte le lingue conosciute, comprese quelle di fantasia (elfico, valiryano, lingua Na’vi ecc.)
- Utilizzare un buon metodo di studio: per le materie discorsive i riassunti vanno più che bene; invece per le discipline scientifiche, che prevedono calcoli e ragionamenti, possono essere d’ aiuto gli schemi. Se nel frattempo si seguono le lezioni, è utile tenersi in pari con la rilettura e la correzione degli appunti o la sbobinatura delle registrazioni. Chiedere una mano ad un collega non è vietato, anzi, “l’ unione fa la forza!”, ma spesso, per alcune persone, lavorare singolarmente aiuta ad essere più veloci nello studio e a far sì che i concetti rimangano maggiormente impressi anche dopo l’ esame (“chi fa da sé fa per tre!”). Punti di vista. Il metodo di studio è fondamentale, è ciò che più di ogni altra cosa può garantire successi o fallimenti, ma non bisogna commettere l’ errore di paragonarlo a quello di altre persone, perché non c’ è cosa più soggettiva!
- Evitare distrazioni: se non è necessario per studiare, Internet deve essere assolutamente disattivato, perché altrimenti sappiamo come va a finire: “Rispondo solo a questo messaggio!”, “Controllo solo questa notifica!”, “Guardo solo un episodio!” e poi, misteriosamente, “Vieni, è pronta la cena!”… Ma un quarto d’ ora prima non erano le 16.30?!? Purtroppo è un attimo. Ci vuole forza di volontà, un po’ come al cinema, quando durante i trailer il richiamo dei pop corn è più seducente del canto delle sirene, ma noi siamo più forti e resistiamo fino all’ inizio del film (?).
- Fare il ripasso finale: dopo lo studio il ripasso finale è fondamentale; non farlo corrisponderebbe, per una ragazza che ha un appuntamento, ad uscire senza prima essersi ricontrollata i capelli. Il ripasso serve per avere una visione d’ insieme di tutti i concetti, per migliorare l’ esposizione, e per tranquillizzarsi nel constatare che le nozioni sono state assimilate (in questo caso gli ansiosi fanno eccezione; a loro servirebbe soltanto un miracolo per calmarsi).
- Non eccedere con il caffè e garantirsi almeno otto ore di sonno: bere troppo caffè non sempre aiuta a concentrarsi, anzi, spesso fa rimanere svegli a fissare i libri con sguardo assente. E’ scientificamente dimostrato che il sonno è uno dei rimedi migliori per la concentrazione che ci abbandona. Se non ci riduciamo a studiare all’ ultimo momento possiamo trascorrere più tempo in quel locus amoenus caldo e avvolgente chiamato “letto”, che specialmente l’ inverno rende la vita più bella, tenendoci al riparo da tutto ciò che vogliamo evitare… Cosa aspettiamo ad aprire i libri?
E voi avete qualche suggerimento per vincere la battaglia contro lo studio, che non sia l’ apprendimento per osmosi?
Scritto da: Serena Macrini
1 Comment
Manca solo un’indicazione di cosa fare quando la materia non sembra proprio entrare in testa e fuoricorso ci si finisce per forza anche perché quella stessa materia è propedeutica… così è troppo facile…