Storia di uno studente e le vacanze pasquali
Se sei uno studente universitario la Pasqua ha per te significati ambivalenti. Ecco perché.
1 La festa
Per qualche giorno non ci sono lezioni da frequentare. La sera esci, il mattino dormi fino a mezzogiorno, ma riesci a goderti il relax per 0.1 secondi. Cominci infatti a sentire una vocina, che pian piano diventa sempre più forte: ‘devi studiare’. Sai che dovresti riposarti, tuttavia a intervalli regolari inizi a sentirti sempre più in colpa. Ma niente paura, la coscienza è solubile in alcool.
2 Il cibo
Hai bevuto nel weekend come se rimanessero al tuo fegato solo due giorni di vita, ti svegli la domenica in preda allo stordimento post sbornia e per un momento pensi di esserti addormentato in un negozio di tende. Sei sotto a più vestiti del necessario. Cominci a pensare di morire soffocato quando riesci ad aprirti un varco da ciò che ti copre, e finalmente realizzi di essere sotto ad una pila di cappotti. Sono arrivati i parenti per pranzo. Tu sei l’unica superficie libera della casa, vassoi di ogni genere sono disseminati ovunque, senti il cane guaire sotto una pila di colombe, mentre il gatto si muove per la casa saltando da un lampadario all’altro. Pian piano la tua mente diventa lucida, e ti rendi conto di quanto sei indietro con gli esami. Ansia da esami e parenti in un unico giorno. Puoi fare solo una cosa, mangiare.
3 I parenti
Riassumendo sei in post sbornia e ti stai abbuffando, hai difficoltà a distinguere tra l’uovo di Pasqua e la sorpresa e finisci per inghiottire una Winx. Il tutto avviene sotto gli occhi dei tuoi parenti e di tua madre, che se fosse tra degli estranei inizierebbe ad indietreggiare lentamente per poi fuggire in preda all’imbarazzo. Arriva il momento in cui non hai più cibo davanti, alzi gli occhi e ti rendi conto che di fronte a te c’è lui. Il cugino perfetto. Quello già laureato con il massimo dei voti in un anno e mezzo in materia-astro-super-difficile-applicata-a-cose-matematiche-spaziali. Guardi la porta, cerchi di calcolare la distanza che ti separa dalla libertà, ma hai ancora il cervello che galleggia nell’ultimo negroni e nello stomaco risiede ormai tutto lo stabilimento della Ferrero. Sei in trappola. Ti infili in tempo dei canditi nelle orecchie ma ti giungono comunque stralci della predica: ‘Tuo cugino…studia o-t-t-o ore al giorno…mica come te…vodka-lemon…lui…solo agli esami…maledetto il giorno…dato al mondo.’
Pasquetta
Cosa dire di Pasquetta? Il rapporto tra lo studio e Pasquetta è come quello tra Ironman e un cacciavite, Spiderman e il Baygon, Hulk e lo yoga. Il termine Pasquetta deriva dall’aramaico antico, la cui definizione è: Giornata in cui piove e si griglia la carne in garage.
Tranquillo, tra poco ricominciano le lezioni.
Scritto da Valentina Deiana
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