Studiare meglio con la “Tecnica del Pomodoro”

 Studiare meglio con la “Tecnica del Pomodoro”

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In questo articolo vedremo una tecnica utilissima per studiare meglio e migliorare i propri voti, valida per tutti i tipi di studente. Imparerai un metodo per mantenere viva la concentrazione e vedrai che anche i tuoi voti ne beneficeranno.
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Studiare meglio e migliorare i voti col la Tecnica del Pomodoro

Nome alquanto bizzarro vero?

È esattamente quello che ho pensato io quando ne ho sentito parlare la prima volta, ormai quasi un paio d’anni fa.

Avevo appena finito il mio primo anno di università e l’entusiasmo che cattura i primi mesi stava attraversando quella che dentro di me io chiamo “la terza età dello studente”. Frequentavo le lezioni sempre più svogliatamente e l’assenza di stimoli tipica di una routine ormai consolidata si rifletteva ogni giorno di più sulla mia voglia di studiare e di conseguenza sul mio rendimento scolastico.

Una giornata di studio era diventata quasi impossibile da sostenere e ormai ero un maestro nell’Arte della Scusa. In effetti, ero diventato un tipico caso di studente di quella che qui a Padova chiamiamo la rimandite. Trovavo estremamente difficile mantenere la concentrazione per un lungo periodo di tempo e la produttività del mio studio sembrava il PIL della Grecia.

Ormai la sessione invernale era alle porte ed io avevo una montagna di arretrati da recuperare e di uno dei miei corsi non sapevo nemmeno di ché trattasse la seconda parte del programma. Situazione disperata.

Fu proprio in quel momento che conobbi il Pomodoro. La mia svolta personale. La mia luce. La mia Salvezza. Il mio mattino. Il Pomodoro. Il Pomodoro.

Scherzi a parte.

Accadde quando un giorno andai a studiare insieme ad uno dei miei compagni di corso; uno dei più bravi in effetti. Questi tirò fuori dalla borsa un oggetto che aveva tutta l’aria di essere un pomodoro, lo appoggiò nel tavolo e si fece una risata guardando la mia faccia, un tantino confusa.

“Albé, ma che è sta roba?”  “esattamente quello che vedi” mi ripose laconico.

Non riuscivo a capire. Cosa ci faceva con quel frutto (eh si, è un frutto; ho controllato) sopra il banco accanto a libri e quaderni? Cosa cavolo centrava con lo studio un pomodoro?! Perché proprio un pomodoro???

E fu così che venni a conoscenza della Tecnica Pomodoro.

Mi spiegò che in effetti il pomodoro non era esattamente un pomodoro, ma un orologio da cucina. E che questa tecnica consiste sostanzialmente in una gestione controllata ed efficace del tempo. Lui la trovava estremamente interessante perché suddivide in 5 step precisi e ben definiti un processo che, a suo dire, permette di ottenere (non solo in ambito scolastico) risultati quotidiani, inconfutabili e concreti.

Meraviglioso.

In sintesi gli step sono questi:

  1. Definire chiaramente l’obbiettivo: ad esempio “studiare un capitolo preciso di una determinata materia” o “riuscire a risolvere uno specifico tipo di esercizi” oppure ancora ”scrivere un certo numero di pagine”
  2. Impostare il timer: Tipicamente si imposta un conto alla rovescia di 25 minuti nei quali si lavora senza interruzione. Questo intervallo di tempo viene chiamato “pomodoro”
  3. Lavorare all’obbiettivo finché non scade il pomodoro
  4. Pausa: dopo ogni Pomodoro prendersi 10 minuti di break
  5. Ancora pausa: ogni 3 o 4 pomodori fare un break di 25-30 miuti.

Tutto sommato non è niente di trascendentale, ma la concezione del tempo in “pomodori” aiuta notevolmente a raggiungere un grado di concentrazione elevato e costante che altrimenti (almeno per me) sarebbe molto più difficile.

Lo scopo della tecnica infatti è quello di favorire un segmento di tempo che sia “indivisibile”, cioè libero da tutte quelle interruzioni e distrazioni che rendono il lavoro frammentario. Le pause inoltre non hanno il solo scopo di rilassare e riposare la mente, ma anche quello di stimolare il processo di assimilazione delle informazioni e di background learning (tema che sperò di affrontare in un prossimo articolo).

Lessi che questa tecnica è un piccolo orgoglio italiano: inventata da un tale Francesco Cirillo alla fine degli anni 80, viene usata comunemente nei luoghi più disparati della terra, in particolare nei paesi anglosassoni.

In internet ci sono un’infinità di sostenitori della “pomodoro technique”, molti dei quali hanno affinato il processo o aggiunto altre fasi alla tecnica. Addirittura qualcuno nel web sostiene che la tecnica presenti dei rischi spaventosi ed elargisce consigli su come proteggerci dal Lato Oscuro del pomodoro. Ma non voglio rovinare la sorpresa a nessuno.

Con un po’ di scetticismo decisi comunque di provare anch’io questa stramberia. Suddivisi le mie sessioni di studio in porzioni di 25 minuti e tra l’una e l’altra mi concessi una piccola pausa. Sorprendentemente notai che questo trucchetto banale rendeva la mia concentrazione all’interno dei pomodori veramente di una qualità superiore.

Concepire la mia giornata in pomodori mi ha permesso di fare il salto di qualità. Oggi sono arrivato al punto di classificare tutti i miei doveri in pomodori. “quella ricerca mi occuperà 6 pomodori”, “per capire bene questo argomento ho ancora bisogno di 3 pomodori”, “pensavo di aver bisogno di 4 pomodori per questo esercizio e invece ne sono bastati 2”, e via così.

Capita spesso di qualcuno mi guardi storto e mi chieda se sono matto, ma questa tecnica mi ha davvero aiutato.

Se anche voi faticate ad ottimizzare il vostro tempo e se anche voi come me avete problemi di concentrazione e vi sentite poco stimolati, magari questa potrebbe essere una soluzione da considerare.

Vi lascio con questa citazione:

“La cattiva notizia è che il tempo vola. La buona notizia è che sei il pilota.”

Michael Althsuler

Scritto da Massimo Secca

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