Lavoro creativo: intervista a Giuseppe Liuzzo #DomandeAlProf
Per la nuova rubrica #DomandeAlProf vi riporto l’intervista a Giuseppe Liuzzo, parleremo di come trovare lavoro nel settore creativo, che sia da freelance o meno. Giuseppe, siciliano d’origine, è docente del corso internazionale di Branding e coordinatore del corso di Graphic Design allo IED di Milano.
È anche creatore di contenuti su YouTube, tratta in modo non convenzionale temi di comunicazione visiva, branding e loghi. Qui una sua intervista a Milton Glaser, ideatore del logo I love New York.
Indice dei contenuti
Giuseppe, prima di tutto, qual è stato il tuo percorso accademico?
Ho fatto un percorso un po’ zingaro o meglio “vagabondo”. Lavoro come grafico da quando avevo 13 anni, anche se all’epoca “non ero imparato”.
Ho iniziato con il liceo artistico, anche se questo non è un requisito indispensabile in questo mestiere. Il design è un metodo al contrario dell’arte, quindi è più simile alle materie scientifiche che a quelle artistiche.
Ho cambiato varie università iniziando con lo IED di Roma, vincendo poi una borsa di studio per frequentare il secondo anno alla School of Visual Art di New York, fino a diplomarmi in Graphic Design presso lo IED di Milano dove attualmente insegno.
L’esperienza a New York è stata molto formativa per me. Notare una comunicazione visiva qui in Italia, come un poster o un manifesto, è relativamente semplice, ma è a Time Square che ti rendi conto delle vere difficoltà di questo lavoro.
New York è una città in cui il primo mese stenti a sopravvivere, perché sei sovraccarico di stimoli e fai fatica ad adattarti, ma questo è normale. Col tempo ci si abitua e si diventa mentalmente più veloci.
Tornare in Italia e continuare allo IED di Milano mi ha dato modo di lavorare su un interessante progetto di tesi per Feltrinelli. Devo però muovere un’accusa allo IED, non mi ha permesso di fare i classici mesi di vacanza post laurea. Dopo 5 giorni ho infatti iniziato a lavorare in uno studio.
Scherzi a parte, il mio aspetto educational mi ha dato soprattutto la possibilità di continuare ad imparare con gli studenti.
Apprendi tanto dalle nuove generazioni.
Vedere gli studenti imparare è la più grande forma di esperienza. Non lo ammetterò mai ma i miei ragazzi sono i miei migliori docenti.
Non voglio formare studenti, voglio formare colleghi anzi CONCORRENTI o COMPETITOR. Persone che un giorno, nonostante sarò sempre più bravo di loro, potranno rubarmi i clienti. Preferisco di gran lunga farmi rubare i clienti da chi è appassionato e competente.
Cari docenti di tutte le università non abbiate paura di formare quelli che un giorno vi ruberanno il lavoro.
Avrete la cosa più bella, la riconoscenza. Gli avrete insegnato l’umiltà.
Se dovessi consigliare a uno Studente in Crisi un approccio a questo mondo lavorativo apparentemente privo di soluzioni sicure, cosa gli diresti?
Vorrei citare una frase dal film The Big Kahuna:
“Non date consigli sono solo una forma di nostalgia”
Preferisco dare un input più che un consiglio: la sicurezza non esiste.
Viviamo in un mondo alla continua ricerca di sicurezze. Meglio concentrarsi sul presente, perché il futuro è ignoto.
Perché rivolgere la tua mente a qualcosa che non esiste?
Cogli l’attimo.
Ho un trucco per scacciare l’incertezza. Quando avete un problema pensate al momento più triste del vostro passato. Qualsiasi cosa: la perdita di una persona a voi cara o una delusione; pensate a come stavate in quel momento.
Siete sopravvissuti e siete qui ora a leggere quest’articolo. Il tempo aggiusta tutto. Nei periodi di impasse non pensate in positivo, pensate in negativo.
Come diceva mio nonno: Futtitinni.
Quando sono in crisi ascolto un grande maestro, Bud Spencer.
Quali sono, secondo te, le competenze e le abilità che bisognerebbe sviluppare per lavorare come creativo ?
Premessa: la parola creativo è abusata.
Siamo tutti creativi, il vostro cliente sarà la persona più creativa del mondo.
La creatività è una cosa che va gestita, non messa. La creatività è un metodo. È come la dinamite, devi saperla gestire, utilizzare. Bisogna capire cosa serve e sviscerarlo, svilupparlo.
Per essere un buon creativo bisogna essere:
- Artista perché hai a che fare con l’estetica, cioè quel che il cervello riconosce come bello
- Ingegnere perché noi progettiamo un sistema fatto di: colore, layout, stili verbali, caratteri tipografici. Sistemi complessi che appariranno come opera unica
- Filosofo perché lavoriamo e influenziamo. Dobbiamo saper osservare la società che ci circonda per capire cosa funziona e cosa no. Un filosofo osserva, comprende e modifica la società in cui vive, si spera per migliorarla.
Cosa ti senti di dire a chi voglia intraprendere la strada del libero professionista?
Libero vuol dire che ti metti in gioco. Freelance per molti è sinonimo di disoccupato, ma non è così.
Piccola provocazione: potrai lavorare in azienda, in agenzia o in proprio ma dovrai metterci la faccia, essere anche un “personaggio”.
Non devi solo saper fare, questo è scontato, devi saperlo comunicare il tuo lavoro. Ecco cosa è saltato fuori quando ho chiesto ai miei studenti di raccontare il loro lavoro attraverso le serie TV:
Per un designer o un creativo è più difficile comunicarlo, perché l’ambito è sterminato. Siamo nel settore della percezione.
Che odore ha il colore rosso?
Ad una domanda simile risponderesti con una tua esperienza. Un lavoro creativo opera allo stesso modo nella percezione sensoriale.
Avere skill non legate alla tua professione poi è essenziale: gestire bilancio, saper dialogare, trattare, pianificare, far capire al cliente perché ti sta pagando.
Non voglio fare il guru, metteteci la faccia, senza seguire troppo i consigli di nessuno. “Fate video” dice qualcuno pelato che vi insegna a fare gli H&M della comunicazione. Ma questo è generico.
Per il vostro matrimonio non prendete il vestito da H&M. Per il vostro matrimonio andate da un sarto.
Infine sarà essenziale capire quando vi serve un’altra figura professionale: commercialista, social media manager, sviluppatore.
In definitiva se vuoi intraprendere una strada da solo devi essere pronto ad essere il colpevole dei tuoi fallimenti e responsabile dei tuoi successi.